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Botticino

 Il Botticino è ottenuto da un oculato uvaggio di Barbera (minimo 30%), vitigno diffuso nel mondo per le positive caratteristiche di attitudine all’invecchiamento e struttura che conferisce, Marzemino (minimo 20%), varietà locale che contribuisce in maniera determinante al colore, alla tipicità aromatica ed al corpo, Sangiovese (minimo 10%), il vitigno più diffuso d’Italia che fornisce eleganza aromatica e piacevole morbidezza al gusto, e Schiava Gentile (minimo 10%), per aggiungere un tocco di freschezza. Il Botticino si presenta con colore rosso rubino carico, dai riflessi granati; ha un profumo intenso e persistente, vinoso, fruttato e speziato di vaniglia e pepe; con l’invecchiamento tende a diventare etereo. Il gusto è asciutto, equilibrato, morbido e vellutato, moderatamente tannico e persistente.

Carta d'identità​

Piccolissima area DOC limitrofa a Brescia e famosa nel mondo per il suo marmo, utilizzato anche per la costruzione della Casa Bianca e dell’Altare della Patria a Roma. Il nome Botticino viene dato al vino prodotto nella “Valverde”, valle che ospita alcuni agglomerati di casa che, uniti in comune, danno vita al paese Botticino. Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione. La storia di queste comunità si fa risalire al popolo autoctono dei Cenomani che furono sconfitti e si fusero poi ai Romani, i quali portarono in questa valle le prime forme di civiltà e con essa la vite e l’uso della lavorazione della pietra che doveva poi, negli anni, assumere una grande fama sotto il nome di “marmo di Botticino”. L’origine del nome Botticino è incerta, lo stemma del comune si rappresenta con le tre botticelle dei singoli comuni, che si fusero poi in una sola, l’attuale, quasi a significare la raggiunta unità delle popolazioni. Qui i vigneti aggrappati alle soleggiate pendici delle Prealpi sopravvivono eroicamente alle pressioni urbanistiche salvaguardando, oltre all’ambiente, l’inestimabile patrimonio di tradizione e cultura legati al vino. La favorevole esposizione dei terreni, soleggiati e protetti dalla catena delle Prealpi, e la natura argilloso-calcarea dei suoli, posti sulle pendici delle erte colline ad est di Brescia, creano un ambiente ideale per la produzione di vini rossi dotati di tipicità e corposità, che raggiungono la perfezione con l’invecchiamento. Il terreno ha una buona quantità di potassio, unitamente ad una discreta dose di anidride fosforica totale. Non tutta la zona circoscritta è vitata perché montagnosa, tuttavia, nell’interno non è raro trovare terrazze scavate nella roccia a colpi di piccone dove albergano vecchie e robusti viti capace di dare ottimo vino.

La tecnica di vinificazione richiede che, durante la fermentazione alcolica, il mosto entri in contatto con le parti solide dell’uva, bucce e vinaccioli, che durante la macerazione rilasciano pigmenti. La fase di  macerazione ha una durata variabile dai 4 ai 15 giorni e oltre. Terminata questa fase si effettua la svinatura, che consiste nel travasare il vino dalla vasca di fermentazione ad un’altra vasca sfruttando la forza di gravità, al fine di allontanare le vinacce: si ottiene così il vino fiore. A questo punto il vino viene sottoposto a successivi travasi in vasche di conservazione, che possono essere anche botti di legno, dove, terminata la fermentazione alcolica ha inizio la fermentazione malolattica, detta anche fermentazione di completamento o di affinamento, che porta ad una notevole riduzione dell’acidità ed a un ammorbidimento del gusto. Durante questa fase il vino acquisisce inoltre stabilità, limpidezza e parte delle caratteristiche organolettiche tipiche. Terminato il processo si procede all’imbottigliamento. Può essere posto in commercio dopo un periodo di affinamento di 10 mesi.

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