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Chiaretto

Delicato in ogni suo aspetto, dal colore rosa brillante con riflessi violetti, dal gradevole bouquet e dal sapore morbido, fresco e fine, dalla spiccata salinità, e con un leggero retrogusto ammandorlato, si adatta perfettamente ad un ampio ventaglio di accostamenti.

Carta d'identità​



La Valtenesi, area gardesana limitrofa al più grande lago d’Italia dalla storica vocazione vitivinicola, rappresenta il fulcro produttivo e la qualità di vini prodotti come DOC e racchiude in se significati che nel mondo del vino hanno grande valore: tradizione, qualità, passione per la terra. Il Chiaretto Valtenesi è uno dei vini più particolari del territorio bresciano dalla storia antica. Sono ben quattro tipi di uve rosse differenti, che unite l’una all’altra creano questa perla vinicola. In primo piano l’autoctono Groppello, una rarità enologica coltivata oramai solo sulla riva bresciana del Lago di Garda; a questa poi si aggiungono, come da tradizione, una piccola quantità di Barbera, di Marzemino e di uva Sangiovese. Il metodo di lavorazione ha origini antiche e particolari. Si dice che l’idea venne a Pompeo Molmenti, senatore veneziano dell’800, che possedeva una casa e delle vigne a Moniga del Garda. Dopo un viaggio a Parigi, dove ebbe la possibilità di apprezzare i rosè transalpini, volle approfondire le metodologie di questa produzione. Fatto questo, una volta tornato a casa, applicò la vinificazione in bianco alle uve e alla tradizione del posto. Era il 1896 e nasceva così il Chiaretto. Questa vicenda rimane avvolta nel mito e nella leggenda; quel che è certo è che nel 1962 questa tecnica di vinificazione intuita in tempi remoti ha ricevuto una precisa normativa dal Consorzio tutela Vini Bresciani. Il Chiaretto è tra i primi vini italiani ad avereottenuto il riconoscimento DOC il 21 luglio 1967. Questo vino si ottiene mediante una lavorazione molto singolare, dove l’arte e la tecnica si mescolano. In pochi altri processi produttivi infatti, l’arte, la sensibilità dell’uomo sono essenziali come in questo; per rendere caratteristico il Chiaretto del Garda, è indispensabile un parziale contatto del mosto con le vinacce, perché è da queste che si estrae il colore rosa “petalo di rosa” ed alcune sostanze fondamentali. Se il tempo del contatto è troppo breve il vino risulta pallido, di un colore non ben definito. Al contrario, se il contatto supera il tempo dovuto, il colore diventa un rosso senza personalità, senza particolari caratteristiche. Lo sgrondo del puro fiore del mosto avviene dopo poche ore dall’inizio della fermentazione, in un preciso istante quasi sempre nelle ore notturne, da cui l’appellativo di “vino di una notte”. Le moderne tecniche di vinificazione, in particolare l’accurato controllo della temperatura nel corso della fermentazione, consentono di esaltare i profumi intensi di questo vino, che ricordano l’essenza delicata della rosa e delle fragoline di bosco. Si differenzia dai rosè per il suo aroma floreale e di frutti di bosco, accompagnato da una giusta acidità, che determina una grande freschezza di sensazioni gustative e da una struttura che per un rosè è da definirsi eccezionale.

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