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Lugana

Un vitigno nobile e antico in grado di produrre un bianco ricco di sfumature e personalità. Il Lugana vendemmia tardiva è lontano dalla dolce viscosità di un passito tradizionale.

Carta d'identità

 
La Lugana è una piccola, meravigliosa zona adiacente alla sponda meridionale del Lago di Garda, che da Desenzano attraverso Sirmione fino a Peschiera e prosegue all’interno dei territori di Pozzolengo e Lonato. Raffinato bianco lacustre, il Lugana ha natali illustri; la sua origine è certificata fin dal ‘700, ma la tradizione viticola di queste terre risale quanto meno ai romani. La maggior parte degli ettari vitati della denominazione è costituita da una pianura contraddistinta da fertili suoli di matrice argillosa. Sono argille stratificate di origine morenica e di natura sedimentaria, prevalentemente calcaree, ricche di sali minerali, dal carattere difficile: compatte, dure e inviolabili quando c’è siccità, molli e fangose con la pioggia. Sono proprio queste argille, che nella fascia più collinare della DOC si fanno via via più sabbiose, le depositarie del patrimonio organolettico del Lugana: corpo e calore, acidità e sapidità nell’ossatura strutturale del vino, profumi vigorosi, netti, tra la mandorla e l’ agrume, nel corredo aromatico. Nella Lugana il microclima influenzato positivamente dalla temperate brezze del Lago di Garda, è ideale per la mitezza e la scarsa incidenza delle escursioni termiche tra il giorno e la notte. I vini di Lugana, ottenuti da un particolare biotipo di Trebbiano detto appunto “di Lugana” (minimo 90%), dalle strabilianti potenzialità enologiche, selezionato nei secoli dai vignaioli locali, sono marcati indelebilmente dalla terra che li fa nascere e che conferisce loro la grande sapidità, la struttura, la schiettezza e l’armonia di profumi e gusti che rapiscono per intensità e carattere. Parente stretto del Trebbiano di Soave, vitigno geograficamente non lontano, che però dimora in un altro tipo di habitat (vecchie pergole su colline vulcaniche), il Trebbiano di Lugana è stato per lungo tempo apparentato, per molti addirittura confuso, con il Verdicchio dei Castelli di Iesi, mentre se ne distanzia per caratteri aromatici propri. Affine al Verdicchio in termini genetici, il Trebbiano di Lugana se ne distanzierebbe dal punto di vista fenologico, agronomico ed enologico, tanto che i produttori del Lugana amano chiamare il loro vitigno “Turbiana” per distinguerlo dalle altre varietà del Trebbiano nazionale, famiglia numerosa quanto eterogenea. È il vitigno più coltivato in Italia ed il più produttivo al mondo; è universalmente conosciuto per la sua anemia organolettica, conferendo ai bianchi uno stile leggero, acidulo, di scarsa complessità. Meno produttiva rispetto alla media degli altri Trebbiano nazionali, la Turbiana ha grappolo medio, compatto, di forma piramidale allungata; acino sferoidale; buccia spessa, mediamente pruinosa; polpa succosa, sciolta, lievemente acidula, dal sapore neutro. 
Questo Lugana viene infatti ottenuto con una sovramaturazione in pianta attraverso una raccolta tardiva delle uve tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, senza ulteriori appassimenti in fruttaio. Queste uve più ricche e concentrate conferiscono al Lugana un profilo tendenzialmente tardivo, quindi più morbido e denso, ma non eccessivamente dolce, dove il residuo zuccherino viene efficacemente bilanciato dall’acidità. La vinificazione invernale avviene a temperatura controllata con pressatura soffice e a leggero contatto pellicolare. Segue la fermentazione alcolica in acciaio con lieviti selezionati e a bassa temperatura. La produzione termina con un affinamento di 12 mesi in barrique di rovere e ulteriore affinamento in bottiglia. 
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